Erano cinque anni che
Lord Vampyr
non si faceva sentire con un disco solista, al di là degli altri suoi
progetti musicali come gli Shadowsreign, oppure i Cain. Da l'esordio
uscito nel 2005 e intitolato De Vampyrica Philosophia ne è passato di
tempo, che per forza di cose ha ulteriormente cambiato le carte in
tavola, oltre che la line-up, e questo è un elemento chiave per la
comprensione di questo nuovo
Carpathian Tragedies, sicuramente
il prodotto più maturo da quando è avvenuto lo split con i Theatres Des
Vampires. Se siete abituati ad immaginare nella vostra mente Lord
Vampyr come una figura ormai irrimediabilmente legata al vampirismo e a
quel Black Metal melodico alla Cradle Of Filth è giunto il momento di
svoltare, e non soltanto a livello di concept. Con questo secondo album
avviene una maturazione artistica che trascina la band da territori
tipicamente Gothic Extreme Metal in altri in cui la matrice Folk dei
paesi dell'est la fa da padrone, come nelle prime Carpathian Roots e
Land Of The Dacians, e già i titoli dovrebbero bastare. L'impatto è dei
migliori, soprattutto grazie ad un songwriting completo e ben
calibrato, per non parlare degli arrangiamenti e di tutto il lavoro
svolto dietro la tastiere: semplice, efficace e mai pacchiano o
tronfio. Non vi nascondo che durante i primi ascolti in alcuni momenti
avevo la sensazione di ascoltare gli ultimi Death SS, in modo
particolare a livello vocale, visto e considerato che lo screaming
stridulo e strozzato che da sempre ha caratterizzato la timbrica di
Lord Vampyr è stato quasi del tutto eliminato, e in sostanza i richiami
ad un certo Steve Sylvester non sono poi così velati. Carpathian
Tragedies pesca ovviamente molto dal passato artistico di Alex, però è
altrettanto vero che va a cercare (per poi trovarle) continue nuove
influenze sonore, e fa piacere ogni tanto avvertire alcuni synth
maggiormente orientati in territori Electro in alcuni arrangiamenti,
una scelta che non intacca minimante tutta l'aurea pagana che avvolge
il disco. In finale un plauso va fatto anche a chi ha curato la
produzione, un fattore che dona spessore e potenza a delle canzoni che
entrano immediatamente in testa, grazie anche a delle linee melodiche
di facile presa, ma non per questo banali. Lord Vampyr sarà anche un
personaggio discutibile, ma a livello strettamente musicale ha
intrapreso un percorso evolutivo che se ben sfruttato può portarlo
molto in là nel futuro.